L'integrazione multivitaminica negli anziani: nuove evidenze scientifiche per la prevenzione del declino cognitivo
Il progressivo invecchiamento della popolazione mondiale rappresenta una delle sfide più significative del nostro tempo. Entro il 2060, si stima che quasi un americano su quattro avrà un'età superiore ai 65 anni, entrando in quella fascia demografica caratterizzata da un rischio elevato di declino cognitivo e malattie neurodegenerative. In questo contesto, la ricerca di interventi sicuri, efficaci e ampiamente applicabili per prevenire il deterioramento delle funzioni cognitive assume un'importanza cruciale.
Il ruolo strategico della supplementazione multivitaminica
Un recente studio pubblicato sull'American Journal of Clinical Nutrition ha fornito evidenze scientifiche robuste sui benefici della supplementazione multivitaminica-minerale (MVM) nella prevenzione del declino cognitivo negli adulti anziani. La ricerca, parte del prestigioso COSMOS trial (COcoa Supplement and Multivitamin Outcomes Study), rappresenta il più ampio studio controllato randomizzato mai condotto su questo tema, coinvolgendo oltre 21.000 partecipanti di età superiore ai 60 anni.
L'approccio multivitaminico si basa su una solida plausibilità biologica: i supplementi MVM di ampio spettro contengono la maggior parte delle vitamine e dei minerali essenziali a dosaggi inferiori rispetto agli integratori singoli, permettendo di agire su molteplici pathway biologici che supportano la salute cognitiva. Questo approccio sistemico risulta particolarmente rilevante considerando che le carenze nutrizionali e di micronutrienti negli anziani possono aumentare significativamente il rischio di declino cognitivo.
Metodologia e design dello studio COSMOS-Clinic
Il sottostudio COSMOS-Clinic ha analizzato 573 partecipanti sottoposti a valutazioni neuropsicologiche dettagliatecondotte di persona presso il Center for Clinical Investigation del Brigham and Women's Hospital. Questo approccio metodologico rappresenta un elemento distintivo rispetto agli studi precedenti, poiché ha permesso di rilevare cambiamenti sottili attraverso molteplici domini cognitivi con una precisione di misurazione superiore.
I partecipanti, con un'età media di 69,6 anni e una distribuzione equa tra i sessi (49,2% donne), sono stati randomizzati per ricevere quotidianamente un supplemento MVM (Centrum Silver®) o un placebo per un periodo di due anni. Il protocollo prevedeva una batteria completa di test neuropsicologici, inclusi il Modified Mini-Mental State (3MS), i test CERAD per la valutazione della memoria episodica, i Trail Making Tests per le funzioni esecutive e l'attenzione, oltre a diversi altri strumenti standardizzati.
Risultati significativi sulla funzione cognitiva
L'analisi dei dati ha rivelato benefici modesti ma statisticamente significativi della supplementazione MVM rispetto al placebo. Per quanto riguarda la cognizione globale, il gruppo trattato ha mostrato un miglioramento di 0,06 unità standardizzate (95% CI: 0,003, 0,13) nel corso dei due anni di follow-up.
Particolarmente rilevanti sono emersi i risultati relativi alla memoria episodica, dominio cognitivo tipicamente compromesso precocemente nelle malattie neurodegenerative. Il gruppo che ha ricevuto la supplementazione MVM ha evidenziato un miglioramento significativamente maggiore rispetto al placebo, con una differenza media di 0,12 unità standardizzate (95% CI: 0,002, 0,23). Per comprendere l'importanza clinica di questo risultato, i ricercatori hanno calcolato che l'effetto della supplementazione biennale equivale a 4,8 anni in meno di invecchiamento della memoria episodica rispetto al placebo.
Al contrario, non sono stati osservati benefici significativi per le funzioni esecutive o l'attenzione, suggerendo che gli effetti della supplementazione MVM potrebbero essere dominio-specifici.
La meta-analisi: forza dell'evidenza scientifica
Per rafforzare la robustezza dei risultati, i ricercatori hanno condotto una meta-analisi che ha incluso oltre 5.000 partecipanti non sovrapposti provenienti da tre sottostudi cognitivi del COSMOS: COSMOS-Clinic (573 partecipanti), COSMOS-Mind (2.158 partecipanti) e COSMOS-Web (2.472 partecipanti).
I risultati della meta-analisi hanno fornito evidenze chiare e consistenti sui benefici della supplementazione MVM. Per la cognizione globale, la differenza media tra il gruppo trattato e il placebo è stata di 0,07 unità standardizzate (95% CI: 0,03, 0,11; P = 0,0009), mentre per la memoria episodica la differenza è stata di 0,06 unità standardizzate (95% CI: 0,03, 0,10; P = 0,0007). Entrambi i risultati sono rimasti significativi anche dopo la correzione di Bonferroni per comparazioni multiple.
Dal punto di vista della rilevanza clinica, l'effetto della supplementazione MVM sulla cognizione globale è risultato equivalente alla differenza osservata tra partecipanti con due anni di differenza di età, suggerendo una riduzione dell'invecchiamento cognitivo di due anni.
Sicurezza e aderenza al trattamento
Un aspetto fondamentale emerso dallo studio riguarda l'eccellente profilo di sicurezza della supplementazione MVM. Durante i due anni di follow-up, non sono stati riportati effetti avversi significativi, confermando quanto già osservato in studi precedenti come il Physicians' Health Study II. L'aderenza al trattamento si è mantenuta elevata, con oltre il 95% dei partecipanti che ha riferito di assumere almeno il 75% delle compresse previste al primo anno, e circa il 90% al secondo anno.
Meccanismi d'azione e pathway biologici
La plausibilità biologica dei risultati osservati risiede nella capacità dei supplementi MVM di agire simultaneamente su diversi pathway metabolici cruciali per la salute cerebrale. Le vitamine del gruppo B, ad esempio, sono essenziali per la sintesi dei neurotrasmettitori e il metabolismo dell'omocisteina, mentre gli antiossidanti come le vitamine C ed E proteggono dal danno ossidativo. La presenza di luteina e licopene nel formulato utilizzato nello studio COSMOS (a differenza delle formulazioni precedenti) potrebbe aver contribuito agli effetti neuroprotettivi osservati.
Le carenze subcliniche di micronutrienti, particolarmente comuni negli anziani a causa di fattori come malassorbimento, interazioni farmacologiche e cambiamenti nelle abitudini alimentari, potrebbero costituire un target terapeutico ideale per la supplementazione multivitaminica.
Confronto con studi precedenti
I risultati del COSMOS si distinguono significativamente da quanto osservato nel Physicians' Health Study II, che non aveva evidenziato benefici cognitivi della supplementazione MVM. Questa discrepanza può essere spiegata da diverse considerazioni metodologiche: il PHS II aveva iniziato le valutazioni cognitive solo dopo 2,5 anni dalla randomizzazione, potenzialmente perdendo i benefici precoci osservati nel COSMOS. Inoltre, il PHS II includeva esclusivamente uomini, mentre il COSMOS ha coinvolto entrambi i sessi, e presentava differenze nella formulazione del supplemento utilizzato.
Implicazioni per la pratica clinica
I risultati dello studio COSMOS forniscono evidenze scientifiche solide che supportano l'uso della supplementazione multivitaminica nella prevenzione del declino cognitivo negli anziani. La magnitude dell'effetto, equivalente a una riduzione di due anni dell'invecchiamento cognitivo, assume particolare rilevanza considerando la facilità di implementazione, i costi contenuti e l'eccellente profilo di sicurezza dell'intervento.
È importante sottolineare che i benefici osservati si riferiscono specificamente alla formulazione utilizzata nello studio (Centrum Silver®) e che non è possibile generalizzare automaticamente questi risultati ad altri supplementi multivitaminici, poiché le formulazioni possono variare significativamente nella composizione e nei dosaggi.
Limitazioni e prospettive future
Lo studio presenta alcune limitazioni che devono essere considerate nell'interpretazione dei risultati. La diversità etnica relativamente bassa del campione potrebbe limitare la generalizzabilità dei risultati a popolazioni più eterogenee. Inoltre, non è possibile determinare quali specifiche vitamine o minerali del supplemento MVM possano spiegare i benefici cognitivi osservati.
Le ricerche future dovranno confermare questi risultati in popolazioni più diverse e potrebbero incorporare biomarcatori delle malattie neurodegenerative, analisi omiche e fattori genetici per fornire insights più approfonditi sui meccanismi d'azione e identificare i sottogruppi di popolazione che potrebbero beneficiare maggiormente dell'intervento.
Link all'articolo: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38244989/