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L'olio d'oliva nella prevenzione del diabete: una meta-analisi rivela i benefici per la salute

Il diabete rappresenta una delle sfide sanitarie più significative del nostro tempo. Con 425 milioni di persone colpite in tutto il mondo nel 2023, secondo la International Diabetes Federation, questa patologia metabolica ha raggiunto proporzioni epidemiche, interessando il 9,3% della popolazione adulta globale. La gravità del fenomeno è sottolineata dal fatto che ogni anno 11 milioni di persone muoiono a causa del diabete o delle sue complicazioni, equivalente a una morte ogni 8 secondi.

Il ruolo dell'alimentazione nella prevenzione del diabete

I fattori nutrizionali e i modelli alimentari giocano un ruolo fondamentale nell'eziologia di varie malattie croniche, tra cui le patologie cardiovascolari e il diabete stesso. La dieta mediterranea, ampiamente riconosciuta come uno dei regimi alimentari più salutari al mondo, ha dimostrato efficacia nella prevenzione del cancro, delle malattie cardiovascolari, dell'obesità e del diabete.

L'olio d'oliva, componente centrale della dieta mediterranea, sta diventando sempre più popolare a livello globale, sollevando interrogativi sui suoi potenziali benefici nella prevenzione del diabete. Tuttavia, fino a poco tempo fa, mancavano evidenze dirette che dimostrassero l'efficacia dell'olio d'oliva nella riduzione del rischio diabetico.

Una meta-analisi innovativa sui benefici dell'olio d'oliva

Una recente meta-analisi pubblicata nel Journal of Health, Population and Nutrition ha fornito le prime evidenze direttesull'associazione tra consumo di olio d'oliva e riduzione del rischio di diabete. Lo studio, condotto da Du e Zhou, ha analizzato sistematicamente 10 studi (4 coorti e 6 trial randomizzati controllati) che hanno coinvolto oltre 50.000 soggettie 20.000 individui con diabete.

I risultati sono particolarmente significativi: il consumo più elevato di olio d'oliva, confrontato con quello più basso, è associato a una riduzione del 13% del rischio di diabete negli studi di coorte (RR=0,87, IC 95%=0,83-0,92, P<0,01) e a una riduzione del 22% del rischio negli studi randomizzati controllati (RR=0,78, IC 95%=0,70-0,88, P<0,01).

L'analisi dose-risposta: quanto olio d'oliva consumare

Uno degli aspetti più innovativi di questa meta-analisi è l'analisi dose-risposta, che ha rivelato un'associazione non lineare significativa tra l'assunzione di olio d'oliva e il rischio di diabete. I ricercatori hanno scoperto che quando si consumano 10-20 grammi di olio d'oliva al giorno, l'effetto protettivo è statisticamente significativo, mentre oltre i 20 grammi giornalieri l'effetto non risulta più statisticamente significativo.

Questo dato è particolarmente rilevante dal punto di vista clinico, poiché suggerisce che esiste una finestra terapeutica ottimale per il consumo di olio d'oliva. Il consumo eccessivo potrebbe infatti portare a un aumento calorico che potrebbe causare aumento di peso, dislipidemia e ridotta funzione digestiva.

Fattori che influenzano l'efficacia protettiva

L'analisi dei sottogruppi ha rivelato diversi fattori che influenzano l'efficacia protettiva dell'olio d'oliva:

Età e popolazione target

Le persone over 50 mostrano una maggiore suscettibilità agli effetti protettivi dell'olio d'oliva (RR=0,77, IC 95%=0,70-0,89, P<0,01). Questo risultato è coerente con il fatto che l'invecchiamento è associato a una funzione immunitaria disregolata e a un aumento della suscettibilità alla sindrome metabolica.

Differenze geografiche

Gli europei mostrano un rischio inferiore di diabete rispetto agli americani (Europa: RR=0,81, IC 95%=0,72-0,85, P<0,01; America: RR=0,89, IC 95%=0,79-0,94, P<0,01). Questa differenza può essere attribuita ai diversi modelli alimentari e alle differenze culturali, con molti paesi europei che aderiscono tradizionalmente al pattern dietetico mediterraneo.

Tipologia di olio d'oliva

L'olio extravergine di oliva (EVOO) dimostra un rischio inferiore rispetto all'olio d'oliva standard (EVOO: RR=0,75, IC 95%=0,65-0,87, P<0,01; OO: RR=0,87, IC 95%=0,83-0,92, P<0,01). Questo effetto superiore dell'EVOO è attribuibile all'elevato contenuto di composti bioattivi come squalene, fitosteroli, triterpenoidi, carotenoidi, tocoferoli e una vasta gamma di composti fenolici, inclusi secoiridoidi e loro derivati fenolici.

I meccanismi biologici alla base dell'effetto protettivo

L'effetto protettivo dell'olio d'oliva sul rischio diabetico può essere attribuito alla sua particolare composizione in acidi grassi. L'olio d'oliva è composto per il 55-83% da acidi grassi monoinsaturi (principalmente acido oleico), 4-20% da acidi grassi polinsaturi, 8-14% da acidi grassi saturi e quasi 1-2% da componenti minori.

Gli acidi grassi monoinsaturi (MUFA) possono:

  • Migliorare la risposta glicemica
  • Aumentare la sensibilità all'insulina
  • Ridurre la resistenza insulinica e la richiesta di insulina
  • Diminuire il colesterolo totale, i trigliceridi e le LDL
  • Aumentare le HDL nel sangue

Studi epidemiologici hanno dimostrato che la dislipidemia è un importante fattore predisponente per il diabete, e la sostituzione degli acidi grassi saturi con MUFA può ridurre i livelli di colesterolo sierico.

Implicazioni cliniche e raccomandazioni

I risultati di questa meta-analisi forniscono evidenze dirette del fatto che il consumo di olio d'oliva è associato a una riduzione del rischio di diabete. Per i pazienti con diabete o a rischio di svilupparlo, può essere più appropriato assumere 10-20 grammi di olio d'oliva al giorno per evitare calorie eccessive che potrebbero portare ad aumento di peso o alterazioni dei lipidi ematici.

L'olio extravergine di oliva dovrebbe essere preferito rispetto all'olio d'oliva standard, dato il suo contenuto superiore di composti bioattivi con proprietà antiossidanti e anti-infiammatorie.

Qualità metodologica e affidabilità dei risultati

La meta-analisi ha dimostrato un'elevata qualità metodologica, con assenza di bias di pubblicazione confermata dai test di Begg e Egger. L'analisi di sensibilità ha mostrato che l'esclusione di singoli studi non ha alterato significativamente i risultati, con il rischio relativo che variava tra 0,73 e 0,96.

La qualità dell'evidenza è stata valutata come moderata secondo i criteri GRADE, fornendo un buon livello di confidenza nei risultati ottenuti.

Limitazioni e prospettive future

Nonostante i risultati promettenti, lo studio presenta alcune limitazioni, tra cui la dimensione relativamente piccola del campione (10 studi) e la possibile inclusione di studi solo in lingua inglese. Inoltre, l'olio d'oliva è stato riportato in unità diverse e in diversi tipi di diete, il che potrebbe influire sull'affidabilità dei risultati.

Le ricerche future dovrebbero concentrarsi sul chiarimento dei meccanismi attraverso cui l'olio d'oliva riduce il rischio di diabete e sulla determinazione del dosaggio giornaliero appropriato per diverse popolazioni, specialmente per le persone con malattie croniche.

 

Link all'articolo: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/40275388/